Spero fin ora il tutto sia tra [voi] aggiustato e pacificato, che sto attendendo sia seguito con scanbievole [...]sfazione. Intesi anco, come dubitando voi di maggior male, che per huomo apposta facesti venir da Pisa il S. Vincenzo. Sto attendendo con desiderio che siate libero, che di tanto piaccia al Signore concedervene la grazia.
Io ò scri[tto] al S.r Antonio, e conferitoli i miei pensieri. Doverà in grazia abboccarsi con esso voi, acciò si vegga liberarmi da tante angustie che sento sì per voi come per la mia famiglia et i figliuoli, che perdono il tempo: non posso pi[ù] soffrire; et in particolare desidero Albertino, et anco, con vostra buona grazia, tutti ritornino qua, poi che penso che la Chiara a lungo andare non potria stare senza di me, et io costà non ò che fare e n[è] anco ò voglia di tornarci, poi che scorgo vi sarei più tosto di travaglio che di sollevamento. Della Chiara ancora mi pare abbiate poco bisogno, non vi mancando altri suggetti (forse più a proposito) ne' vostri bisogni: e in somma concludo che la mia venuta costà è stata un sommo disordine, per non dire più oltra.
Di Roma il S.r Crivelli à scritto qua più volte, e si lamenta non si facci provvisione di denari per Vincenzo. Sapete che vi ò lasciato per quest'effetto 105 scudi, che è un'annata della paga che tiro per lui: vi prego a farli rimettere a esso S.r Crivelli, acciò io di qua non sia travagliato. Della pensione potria pagarsi il me[r]cante; e delli debiti che ò io lasciato costì col merciaio(936) e lina[...]lo, potresti cavar il denaro delle robe della casa di Firenze, nella quale, oltra a tanta fatica fattaci per metterla in ordine, ci ò speso più di 50 scudi; et il dovere mi pare che voglia che chi god[e] la roba, la paghi.
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