In fatti mi trovo consumato e distrutto, e di peggio ò paura, e non vorrei lasciar pericolar la Chiara, poi che voi stesso m'avete detto che essa senza di me, mancando voi, potria esser mal trattata, et io ne son più che sicuro che questo seguiria: per[ò] desidero liberarla da tal pericolo, perchè so moriria di passione. Spero acceterete le mie ragioni, e scuserete se scrivo con troppo affanno.
Come con altre v'ò scritto(937), ò raffermato la casa. Mi trovo Mechilde appresso e la Massimiliana: mi bisogna spender assai, perchè in dozzina non averei potuto durare: il vino è balsamo, e bisogna berne pochissimo: me la passo il meglio che posso, con speranza di sentir [....].
Il titolo del S.r Crivelli è Ill.mo, e serva per avviso. Li spenditori di Vincenzo prego non siano tanto liberali, perchè pur troppo ò da fare a vivere, e per aver pagato alcuni debiti e per trovarmi la casa molto sfornita mi bisogna fare nuove spese e provvisioni, e tanto più con la tornata della mia famiglia, quale desidero, se bene darò occasione di farmi uccellare: ma pazienzia, abbracciar il minor danno. Finirò con raccomandarmi con tutti li mia, e saluto di cuore le monache e tutti: e così Nostro Signore vi conceda ogni bene.
Di Mo[naco], li 29 di Marzo 1628.
Di V. S.
Aff.mo e Oblig.mo Frat.lo e Ser.reMichelag.lo Galilei.
Fuori: All'molt'Ill.re et Ecc.moS.r Galileo Galilei, Matematico del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Fiorenza.
1868*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Firenze.
[Arcetri, marzo-aprile 1628.]
Bibl. Naz.
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