Se V. S. verrà, sì come io la invito et aspetto con sommo desiderio, a questa fiera in Pisa, potremo e di questo e d'altre simili cose, che son tediose a scriversi, con gusto discorrerne. Con questo finisco, e gli bacio le mani reverentissimamente.
Di Pisa, 27 Aprile 1628.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maObblig.mo et Devotiss.o S.re
Niccolò Aggiunti.
1878*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
Arcetri, 28 aprile 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 75. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
L'haver visto, qualche giorno adietro, il tempo assai quieto, e che V. S. non sia venuta da noi, mi fa sospettare, o ch'ella non si senta troppo bene, o vero che sia andata a Pisa. Per certificarmene mando questa donna costì, et con questa occasione gli mando tutti i morselletti che ho fatti: quelli cinque separati da gl'altri sono de i due cedrati che mandò ultimamente, e credo che saranno di maggior bontà de gl'altri, sì per esser stati migliori i cedri e più freschi, come anco perchè è il zucchero più raffinato, che perciò sono anco più bianchi; et me l'ha donato Suor Luisa, già che del suo non ne havevo più. Dubito che V. S. non si sia scordata di mandarmi gl'altri fiori di ramerino, i quali aspetto ogni giorno, sì come mi disse V. S. nell'ultima sua: glieli ricordo, perchè penso che siano per durar poco.
Se V. S. va a Pisa avanti che venga a vederci, si ricordi del mio servitio, ciò è del calisse del quale già gl'ho trattato(955). Vorrei anco che V. S. vedessi se per sorte havessi in casa da mandarmi un pochetto di lucchesino, tanto che mi facessi un panno da stomaco, perchè adesso, che si cavano gl'altri panni da verno, patisco assai, per haver lo stomaco fredo e debole.
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