Dio sia sempre ringraziato. Finirò con raccomandarmivi di cuore, sì come fa la Massimiliana e Mechilde; e il Signore vi feliciti.
Di Monaco, li 6 di Giugno 1628.
Di V. S.
Aff.mo e Oblig.mo Frat.lo e Ser.reMichelag.lo Galilei.
So che vi parrà di strano il sentire miei nuovi lamenti; ma vi dico liberamente che inpossibile saria che io potessi dissimular questo mio troppo e violento male: però scusatemi.
Mi pare che non saria male far la medesima istanzia al P.e D. Benedetto, acciò sinceramente vi dicessi anc'esso de' portamenti di Vincenzo: e mi par pure cosa strana haver sentito da tante bande e tante volte che faceva studio e progresso, et ora in un subbito scrivono tutto l'opposito. Sarebbe bene che non vi valessi per mandar qua le lettere (se non di rado) del S.r Ammirati, per non infastidir troppo chi qua le riceve e poi a me consegna.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.moS.r Galileo Galilei, Matematico del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Fiorenza.
1888.
GALILEO a [BENEDETTO CASTELLI in Roma].
Bellosguardo, 11 giugno 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P, I, T. IV, car. 71. - Autografa(972).
Molto Rdo P.re e mio Sig.r Col.mo
Prima per la lettera(973) della P. V. molto R.da e poi, 4 giorni dopo, per una del nostro amorevole S. Landucci(974), ho inteso con mio grandissimo dolore quanto passa circa i fatti di V.(975), al quale scrivo l'alligata; e la mando alla P. V. aperta, acciò la legga e da quella comprenda quello che io desidero che si faccia, già che, per sentirmi da 6 giorni in qua assai indisposto, non posso scrivere senza grande offesa.
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