La supplico a fare eseguir subito quanto scrivo: e quanto alla pensione, già che si vede che con questo cervello non ci è da sperar se non male, sarebbe forse bene renunziarla a qualcun altro, con veder di cavarne più che fusse possibile per aiutarmi a sodisfare a una grossa somma di debiti che mi trovo addosso per mio fratello e per la sua famiglia, la quale tutta via si trova qui alle mie spalle, con spesa veramente intollerabile. Però, di grazia, havendo fatto tanto, procuri anco questo restante, con sicurezza di non esser per ricever da me mai più simili aggravii, chè a mie spese ho imparato quello che sia l'addossarsi impacci di questa sorte. Gli bacio le mani, e per non poter più scriver, finisco, e gli prego felicità. Di grazia, mi scusi col S. Landucci se non gli scrivo in particolare, e serva la presente per amendue. Scrivo all'Ill.mo S. Crivelli, che Vincenzo sarà a fargli reverenza, nè partirà senza sua buona grazia e licenzia.
Da Bell.do, li 11 di Giugno 1628.
Della P. V. molto Rev.da
[vedi figura 1888.gif]
1889.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 17 giugno 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 113. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.mo
Ho presentata la lettera di V. S. molto Ill.re al Sig.r Vincenzo(976), quale mi ha pregato che lo lasci stare qua per la festa del Corpus Domini; e perchè io penso di rimandarlo col procaccia, mi sono contentato che resti sino a dimani a otto, massime che ha bisogno di un paro di calzoni, quali farò con ogni rispiarmo.
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S. Landucci S. Crivelli Vincenzo Bell Giugno Rev Firenze Vincenzo Corpus Domini
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