Nel resto io son sicurissimo che il detto Vincenzo farà qualche strana uscita ancora con V. S., havendola fatta con la madre, perchè simile gradazione ha fatta qui in Roma, havendomi lasciato nell'ultimo loco. Però sarei di parere che alla prima V. S. non trattasse con altro che con farlo mettere prigione, senza dir altro, nelle Stinche, e dopo pochi giorni concederli per passatempo il liuto, perchè al sicuro la pazzia e malizia di costui è per dare nelle scartate bene bene, non havendo cosa che lo ritenga. Qua ogni giorno ne sento qualche d'una, tal che credo che li sarà di servizio la severità. E non occorrendomi altro, li fo riverenza.
Di Roma, il 22 di Luglio 1628.
Di V. S. molto Ill.reS.r Gal.o
Aff.mo e Oblig.mo Ser.re e Dis.loDon Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1898.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 5 agosto 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 89. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio Col.mo
Non occorre che V. S. si prenda altra briga del conto mio(995), perchè son risoluto di volere di quelli di Brescia in tutti i modi. Per hora non si può havere il pagamento, perchè, essendo morto il canonico, il beneficio è stato conferito dal Vescovo a un Conte Capriolo(996), e qua in Roma la Dataria l'ha dato a un altro: sino che non si chiarisce di chi deve essere, non si può trattar cosa alcuna.
Io diedi la lettera al Sig.r Benedittonio, quale risponde l'inclusa(997); e m'ha detto a bocca che V. S. potrà dare il dinaro a qual si voglia di cotesti banchi, e mandarli la poliza di cambio.
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