Nel resto, quanto al Chiaramonte intesi dal Sig.r Stelluti che haveva visto solo il titolo del libro(998), e che prometteva dimostrazione, in virtù della parallasse, concludente che le stelle apparse in Cassiopea e nel Serpentario sono state sublunari, in diffesa dell'opere d'Aristotile, cosa che a me pare ridicolosa e impossibile; e però credo che V. S. lo possa haver rifiutato facilissimamente. Ma il punto sta che quest'huomo da bene, non intendendo nè sè stesso nè V. S., pensarà in ogni modo di havere mille ragioni e che lei habbia tutti i torti, e si metterà a schiamazzare, senza concluder mai cosa che vaglia; però sarei di parere che V. S. non ci perdesse tempo, massime con faticar la mente in pregiudicio della sanità.
Io non ho altro di novo, solo che il caldo si fa sentire alla gagliarda. Mons.r Ciampoli li bacia le mani insieme con Mons.r Piccolomini, et io me li ricordo servitore devotissimo.
Di Roma, il 5 d'Agosto 1628.
Di V. S. molto Ill.reDevotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1899.
MICHELANGELO GALILEI a GALILEO in Firenze.
Monaco, 23 agosto 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 126. - Autografa.
Car.mo et Onor.do S.r Frat.lo
Ho tralasciato di scriver a V. S., mediante che speravo già essere in camino a cotesta volta, per suplire a bocca a quanto bisognassi; ma per mancamento di compagnia mi è convenuto restarmene. A Dio piacendo, me ne verrò col S. Giorgini nostro paesano, quale mi scrive di Norinbergo che al principio di quest'altro mese se ne verrà qua, per passarsene poi a Firenze; sì che l'aspetterò per tener a S. S. compagnia, a me (nello stato che mi trovo) carissima e necessaria.
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