Però V. S. potrà senza altro scrivere a Brescia al detto mio fratello.
Nostro Signore è tornato da Castel Gandolfo, ma dimani parte di nuovo per Monte Rotondo, dove si trattenerà tre giorni al più; poi spero daremo spedizione al negozio delle Madri(1008). In tanto veda se io la posso servire in cosa alcuna, e mi comandi. Per l'ordinario che viene mandarò la mia scrittura stampata Della misura dell'acque correnti(1009); e li bacio le mani.
Di Roma, il 3 di 9mbre 1628.
Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. Ser.ma
Firenze.
1906**.
FABIO COLONNA a FEDERICO CESI [in Roma].
Napoli, 10 novembre 1628.
Bibl. della R. Accademia dei Lincei in Roma. Mss. n.° 12 (già cod. Boncompagni 580), car. 96. - Autografa.
.... Al Signor Galilei, come scrissi un'altra volta a V. S., è bene avisarlo che nelle cose scritturali non se allarghi, et particolarmente nel miracolo della fornace nella quale si vedevano li tre figlioli caminare et lodar Dio; chè questi tali cercano trovar luogo de prohibir le sue opere, per farsi loro avanti inventori di tutte le invenzioni sue, già che non poterono sopra il moto della terra, et luna non lucente di propria natura....
Son rallegrato assai della salute del Signor Galilei, et le prego dal Signore lunga vita con salute, che spero N. S. la concederà per beneficio de' studiosi.
Se usciranno le stampe del P. Castello(1010), saran ben vedute da noi, curiosi di cose nove.
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