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1907.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
Arcetri, 11 novembre 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 79. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Essendo io stata tanto senza scriverle, V. S. potrebbe facilmente giudicare ch'io havessi dimenticato, sì come potrei io sospettare ch'ella havessi smarrita la strada per venir a visitarci, poi che è tanto tempo che non ha per essa caminato; ma sì come son certa che non tralascio di scriverle per la causa sudetta, ma sì bene per penuria e carestia di tempo, del quale non ho mai un'hora che sia veramente mia, così mi giova di creder ch'ella non per dimenticanza, ma sì bene per altri impedimenti, lasci di venir da noi; e tanto più adesso che Vincentio nostro viene in suo scambio, e con questo c'acquetiamo, havendo da esso nuove sicure di V. S., le quali tutte mi sono di gusto, eccetto quella per la quale intendo ch'ella va la mattina nell'orto: questa veramente mi dispiace fuor di modo, parendomi che V. S. si procacci qualche male stravagante e fastidioso, sì come l'altra invernata gl'intervenne. Di gratia, privisi di questo gusto che torna in tanto suo danno; et se non vuol farlo per amor suo, faccilo almeno per amor di noi suoi figliuoli, che desideriamo di vederla giugner alla decrepità; il che non succederà, s'ella così si disordina. Dico questo per pratica, perchè ogni poco ch'io stia ferma all'aria scoperta mi nuoce alla testa grandemente: hor quanto più farà danno a lei?
Quando Vincentio fu ultimamente da noi, Suor Chiara(1011) gli domandò 8 o 10 melarance; adesso ella torna a dimandarle a V. S., se sono mediocremente mature, havendo a servirsene lunedì mattina.
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Bellosguardo Padre Vincentio Vincentio Suor Chiara
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