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      Vederò di fare essito del leuto al meglio che potrò, e soddisfarò io al debito, perchè io non ho mai trattato col Sig.r Crivelli a nome del Sig.r Michelangelo; il quale farà saviamente se provederà che suo figliuolo stia poco in Italia, perchè ogni giorno mi vengono dette diverse stravaganze, e tali che se non muta stile, darà che pensare a suo padre, a sua madre e a tutti quelli che trattaranno per lui e con lui. Io compatisco V. S. più di quello che lei può imaginarsi, perchè conosco benissimo quanto lei haverà patito.
      Quanto al tremendo Paganino(1013), io fui pregato scrivere a V. S. in raccommandazione sua; ma non lo volsi fare, perchè era sicuro che questo ingegno haverebbe ai primi incontri dimostrato che era vana ogni raccommandazione, e che da sè medesimo si haverebbe fatta la sua fortuna col proprio valore ed ardire. Qui in Roma si ritrovano persone che intendono assai e lo stimano molto, a' quali mi sottoscriverei più volentieri che a quelli che lo trattano per ingegno rotto; e questo dico, perchè voglio più presto ingannarmi con quelli, che rompermi il capo con questi. L'huomo sa assaissimo, ogni volta che il sapere consista, come io credo e so che V. S. crede, in havere prattica di molti libri, massime delli antichi e di quelli che non sono troppo maneggiati e intesi. Desidero però havere nova de' suoi progressi, perchè di già qui in Roma si è sparso fama che il Ser.mo Gran Duca si compiacque assai di questo sugetto, cosa che io crederò facilmente, sapendo in quanti modi si può dar gusto a un ingegno sublime come è quello di S. A., alla quale V. S. mi farà grazia di inchinare il mio nome, come di suo humilissimo servitore.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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