Per l'ordinario che viene, non havendo potuto prima per diversi rispetti, mandarò il mio trattato Della misura dell'acque correnti(1014), e ne mandarò alcune copie a V. S. da distribuire a cotesti Signori miei Padroni. In tanto bacio a V. S. le mani, e la prego di novo a scusarmi se non l'ho servita, perchè è stato assolutamente impossibile.
Di Roma, il 17 di 9mbre 1628.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Ser.re e Dis.o Oblig.mo
Don Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1909*.
GIO. CAMILLO GLORIOSI a GALILEO in Firenze.
Napoli, 20 novembre 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 91. - Autografa.
Molto Ill.re S.r
A tempo che partii di Padova, mandai fuora un trattato delle comete, anzi ordinai et ampliai alcune lettioni fatte in quello Studio quando apparse il cometa del 1618(1015). Ne indirizzai uno(1016) a V. S. per mezo di Modesto Giunti. Non so se quello capitasse nelle sue mani, atteso da lei non ne hebbi risposta; o forse ella mi scrisse, e la sua lettra non fu ben recapitata. Saprà che in alcuni luoghi toccai Fortunio Liceti, senza però nominarlo, tassandolo che non haveva inteso bene alcuni testi d'Aristotele(1017). Egli ha stampato una scrittura(1018) contro di me tanto indecente e brutta, c'ha stomacato tutti i letterati che l'hanno letta. Non so se V. S. l'ha vista. A questa scrittura feci risposta due anni sono, e se stampò in Venetia(1019), ordinando a' librari che la mandassero per le città principali d'Italia; e perchè dubito che in Fiorenza non ci ne siano comparse, mi sono compiaciuto mandargline una adesso, benchè tardi, accompagnandola con un'altra operetta stampata qui in Napoli di quesiti matematici(1020), appartenente pure in un certo modo alla sopradetta controversia.
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