E li bacio le mani.
Di Roma, il 29 di Xmbre 1628.
Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Dimattina parto per Civita Vecchia con li Mons.ri Auditore, Tesorieri, Commissario della Camera, Cesis e Serra.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1921*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
[Arcetri, fin di dicembre 1628].
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 293. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
L'improvvisa nuova datami da Vincentio nostro della conclusione del suo parentado, e parentado così honorato, ha causata in me tale allegrezza, che non saprei come meglio esprimerla, salvo che con dirle, che tanto quanto è grande l'amore che porto a V. S., tanto è il gusto che sento d'ogni suo contento, il quale suppongo che in questa occasione sia grandissimo; e per ciò vengo di presente a rallegrarmi seco, e prego Nostro Signore che la conservi per lungo tempo, acciò possa godere quelle satisfationi che mi pare che gli promettino le buone qualità di suo figliuolo e mio fratello, al quale io accresco ogni giorno l'affetione, parendomi giovane molto quieto e prudente.
Havrei fatto con V. S. più volentieri questo offitio in voce; ma poi ch'ella così si compiace, la prego che almanco mi dica per lettera il suo gusto circa il mandar a visitar la sposa(1041): ciò è se sia meglio il mandar a Prato quando vi andrà Vincentio, o pure aspettar ch'ella sia in Firenze, già che questa è ceremonia solita di noi altre, e tanto più che per esser lei stata in monastero saprà queste usanze.
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