Ma sia quello che si voglia: quella parte che con altri mezi non potrei meritare nella buona grazia di V. S., procurerò di aqquistarmela con un vivissimo et evidente affetto, e desiderio di porre ad effetto ogni suo cenno. Intanto gradisca la sincerità dell'animo mio, mentre con reverente affetto, insieme con Vincenzo mio figliuolo e con la sposa, gli bacio le mani e prego intera felicità.
Di Fir.ze, li 19 di Giugno 1629.
Di V. S. molto I.
Dev.mo Ser.reGalileo Galilei.
1951.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
Arcetri, 8 luglio 1629.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 88. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
L'incomodità che ho patita da poi che sono in questa casa, mediante la carestia di cella(75), so che V. S. in parte lo sa; et hora io più chiaramente glielo esplicherò, dicendole che una piccola celletta, la quale pagammo (conforme all'uso che haviamo noi altre) alla nostra maestra trentasei scudi, sono due o tre anni, mi è convenuto, per necessità, cederla totalmente a Suor Archangiola, acciò (per quanto è possibile) ella stia separata dalla sudetta nostra maestra, che, travagliata fuor di modo da i soliti humori, dubito che con la continua conversatione gl'apporterebbe non poco detrimento; oltre che, per esser S.r Archangiola di qualità molto diversa dalla mia, e più tosto stravagante, mi torna meglio il cedergli in molte cose, per poter vivere con quella pace et unione che ricerca l'intenso amore che scambievolmente ci portiamo: onde io mi ritrovo la notte con la travagliosa compagnia della maestra (se bene me la passo assai allegramente con l'aiuto del Signore, dal quale mi sono permessi questi travagli indubitatamente per mio bene), et il giorno sono quasi peregrina, non havendo luogo ove ritirarmi un'hora a mia requisitione.
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