E con questo li baccio le mani, augurandoli felicità, massime nelle future feste di Natale, con il buon Capo d'anno, pregandola a salutare in nome mio il R.mo P. Priore.
Di Bologna, alli 15 Dec.bre 1629.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOb.mo Ser.re
F. Bon.ra Cavalieri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Gal.eo Gal.ei
Fiorenza.
1971.
GALILEO a [FEDERICO CESI in Roma].
Firenze, 24 dicembre 1629.
Bibl. della R. Accademia dei Lincei. Mss. n.° 12 (già cod. Boncompagni 580), car. 160. - Autografa.
Ill.mo et Ecc.mo Sig.re e Pad.n Col.mo
Augurando a V. E. le buone Feste per il presente e per molti anni appresso, vengo, con quella reverenza che all'antica e mia devotissima servitù si richiede, a baciargli la veste, come anco all'Ill.ma et Ecc.ma Sig.ra sua consorte; e per non lasciar indietro cosa ch'io possa creder dover esserle di gusto, gli dico come, per la Dio grazia, sto assai bene di sanità, in guisa tale che, avendo da 2 mesi in qua ripresa la penna, ho condotto vicino al porto i miei Dialogi, e distese assai chiaramente quelle oscurità ch'io aveva tenute sempre quasi che inesplicabili. Pochissimo mi resta delle cose attenenti alla dottrina, e quel poco è di cose già digeste e di facile spiegatura: mancami la cerimoniale introduzzione e le attaccature de i principii de' dialogi con le materie seguenti, che son cose più tosto oratorie o poetiche che scientifiche; tutta via vorrei che avesser qualche spirito e vaghezza. Chiederò aiuto a gli amici, dove la mia musa non avesse genio a bastanza.
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