Sto perplesso circa lo stampargli, se sia bene ch'io mi trasferisca a suo tempo costà, per non gravar altri nella correzzione; e più mi alletta il desiderio di rivedere i padroni e gli amici tanto cari, prima che perder la vista, la quale per l'età grave s'invia verso le tenebre. Questo è quanto posso per ora dire a V. E.; alla quale di nuovo reverentemente inchinandomi, prego dal S. Dio il complimento d'ogni suo desiderio.
Di Firenze, li 24 di Xmbre 1629.
Di V. E.
Dev.mo et Obblig.mo Ser.reGalileo Galilei Linceo.
1972*.
GIOVANNI PIERONI a [GALILEO in Firenze].
Vienna, 29 dicembre 1629.
Dobbiamo riprodurre anche questa lettera (vedi l'informazione premessa al n.° 2) dall'edizione del CAMPORI, che per primo la pubblicò a pag. 288-289 del suo Carteggio Galileano inedito, non avendo noi potuto ritrovarne l'originale.
La mia distrazione per i quasi continovi viaggi, già più anni, mi ha fatto tacere assai tempo con V. S., che veramente per il gusto e favore che io ho di scriverli, ricordandomeli servitore e più che molto affezionato, e di ricever da lei qualche sua lettera, da me desideratissime e sommamente stimate, avrei più spesso ardito di molestarla con mie lettere; ma sì bene fra tanto ho fomentato sempre l'affezione verso di lei e datone segno ovunque io mi son trovato, alle occasioni, le quali son state spesse e lontane ben spesso di luogo tra loro.
L'anno è già passato che io inviai a V. S. le Tavole Rodolfine(125), che penso le abbia ricevute. Ora gli includo questa carta a cautela, se ella non la avesse ancora veduta, perchè io, mediante la mutazione continova di luogo, la ho ricevuta solo ora, se bene il Sig.
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