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      Sia pur certa che è gran pezzo che non ho goduto di maggior consolatione nè sentito cosa di maggior mio gusto, e massime con la speranza che aggiugne di venir in qua. Rendo dunque infinite gratie a V. S. e de' saluti e delle nuove, e le prego da Dio benedetto l'incominciato anno con altri più e più appresso, pieni d'ogni felicità e contentezza e gusto suo e universale del compimento delle sue immortali e mirabili opre; e meco la S.ra Principessa mia la ringratia e le rende moltiplicati saluti.
      Il suo venir in qua con bona sanità e tempo non può da me se non molto desiderarsi e lodarsi: però mi sarà carissimo sentirne la certezza et il quando, perchè vorrei che ad ogni modo in quel tempo mi fusse concesso esser qui personalmente, per sodisfar a' miei debiti e desiderii de servirle come devo, e goder al solito de' suoi favori con i Sig.ri compagni. Intanto resto ansiosissimo di intenderlo quanto prima; nè, quanto alle correzzioni, ella haverà d'affaticarsi in altro che commandare liberamente.
      Quanto alli Ninci, che V. S. sì caldamente s'è compiacciuta raccomandarmi per il fitto del Sig.r Duca Altemps mio nepote, mi dole grandemente che detto Sig.r Duca non sia mai stato in Roma da che ella me ne scrisse, nè vi sia al presente, che io habbia potuto replicar l'offitio in voce che haverei voluto con ogni premura possibile. Lo faccio però con lettera con ogni efficacia maggiore, e le darò conto di quanto ne riportarò, desiderando con ogni maggior affetto servir a V. S. come devo, e che mi commandi sempre.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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