Io non metterò più mano a raccomandare a V. S. Ill.ma il Padre Matematico, già che le sue qualità per sè stesse si vanno insinuando nella sua grazia: la supplico bene a fargli mie raccomandazioni, perchè io non gli scrivo per non disturbare, senza necessità, i suoi studii et i miei. A lei stessa fo umilissima riverenza, confermandogli la mia devotissima servitù, e dal Signore Dio gli prego il compimento d'ogni suo desiderio.
Da Bell.o, li 16 di Feb.o 1629(185).
Di V. S. Ill.maDev.mo et Obblig.mo Ser.re
Galileo Galilei L.
1986*.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 16 febbraio 1630.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXX, n.° 18. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r, e Sig.r e P.ron mio Col.mo
Ho parlato con il nostro Padre Mostro, quale è più galanthuomo che mai e più nostro che mai, e m'ha promesso tutto bene; però, quando noi non habbiamo più duro e più alto intoppo, come Mons.r Ciampoli ha hauto qualche dubio, lei si potrebbe assicurare assolutamente di venire. È ben vero che il Padre Mostro m'ha detto che lui agiustarà ogni cosa; però, se io potessi, vorrei supplicare il Ser.mo Gran Duca che mandasse V. S. in tutti modi, perchè qua è desideratissima da tutti quelli che la conoscono e da molti che desiderano di conoscerla di presenza, come li sono parzialissimi nelle opere. Non occorrendomi altro, li bacio le mani.
Di Roma, il 16 di Feb.o 1630.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo.
Oblig.mo e Devotiss.o Ser.re e Dis.loDon Benedetto Castelli.
Fuori: [....] Sig.r e P.ron Col.mo
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