Ho inteso ch'ella è per andare a Roma alla fin di questo mese, del che infinitamente mi rallegro seco, sperando che hormai s'habbi da veder quell'opera che dal mondo è tanto desiata. E veramente fa benissimo, poichè gli anni crescono, e mentre ha tempo et è nella buona congiontura di questo Pontefice, superarà ogni difficoltà che da quelli che son invidiosi della sua gloria gli potesse esser fatta. Aspetto con desiderio di sentir l'ultima sua resolution della partenza et insieme che mi favorisca de' suoi commandi, con che fine li baccio le mani, ricordandomeli devotissimo et obligatissimo servitore.
Di Bologna, alli 23 Feb.ro 1630.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Ser.re
F. Bon.ra Cavalieri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Gal.ei
Fiorenza.
1990*.
GALILEO a GIORGIO FORTESCUE [in Londra].
[Firenze, febbraio 1630.]
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 116. - Copia di mano di GALILEO: cfr. n.° 1980.
Erudit.mo Viro Georgio de Forti Scuto
Galilaeus de Galilaeis S. D.
Novum profecto et humanissimum beneficentiae genus est meticulose ac verecundanter magna offerre beneficia, et tum cum maxime benefacias, ipsam dissimulare beneficentiam. Tu culpam in eo vereris(190), in quo insignem meritus es gratiam, et, amoris ac gratitudinis loco, veniam postulas. At ego indignus hac tua tam prolixa benignitate viderer, et tunc ab ea(191) forem, cui me asseris, immortalitate abhorrens, nisi hoc praeclarum esse beneficium(192) agnoscerem, obliquo insuper tuae verecundiae munere geminatum.
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