Mi consolo con la speranza che la buona cura del vivere e la dieta gli sieno per render la desiderata quiete, e per la quiete il moto, non meno desiderabile. Verrei, anzi sarei a quest'hora venuto, a visitar V. S. Ecc.ma; ma perchè penso di andar tra non molto a Pisa, bisogna che io sia in Firenze, per andarmi preparando e far quel che occorre.
Circa la quaresima, posso dirgli che la lunghezza sarà al solito degl'altr'anni; la profondità, i' non la intendo; la larghezza, per quelli che hanno il sussidio è grandissima, per gl'altri poi ell'è secondo i busti o gusti, come più piace a V. S. Io non mi sento da farla; ma mentre pensavo che ogni parrocchiano potesse dispensarmi, mi vien detto che bisogna ch'io vada a S. Maria del Fiore o a S. Lorenzo, dove sono persone che hanno tal facultà.
Delle prediche, non ho per ancora potuto penetrarne cosa alcuna; ma farò ogni diligenza possibile per servire con esattezza e fedeltà V. S. Ecc.maCirca la villa, spedirò V. S. in quattro parole. Il Guidetti non pensa più di affittarla, ma è risoluto tenerla per sè: così mi ha riferito Messer Vincenzio Bruni, che, secondo la promessa fatta a V. S., gne ne parlò. Qui per fine riverisco(200) e saluto V. S. con affetto inesplicabile.
Firenze, 6 Marzo 1630.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.ma
Devot.mo et Obblig.mo S.re et Amico
Niccolò Aggiunti.
Fuori: Al molto Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
In sua mano.
1992*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
Arcetri, 14 marzo 1630.
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