Tornò tre giorni sono all'improviso di Germania l'Alessandra, mia sorella(228), con buona salute, havendo saputo sfuggire in 18 soli giorni di viaggio li mali incontri della guerra et della peste, con maraviglia di chiunche l'ha qui saputo. È andata hora a Prato a rivedere le cose sue, ma prima fu a visitare il S.r Vincenzio.
Tutti nel resto stiamo bene et baciamo le mani a V. S.
Di Fiorenza, 18 Maggio 1630.
Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Parente et Ser.re
Geri Bocchineri.
2008.
DINO PERI a [GALILEO in Roma].
Firenze, 18 maggio 1630.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 132-133. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
Sig.r Galileo, vengo a darle una buona nuova. Mio padre era morto, e hora è risuscitato: guardi V. S. s'i' ho cagione di rallegrarmi. Tre o quattro giorni doppo ch'ella si fu partita di qua, cominciò a sentirsi ammalaticcio: venne via la febbre, lo messe nel letto senza lasciarli requie. Martedì notte poi della settimana passata gli parve d'esserne netto e d'haver preso un po' di riposo, e la mattina, perch'egli haveva nel cuore un negotio di denari per la Depositeria, che gli premeva, si leva cheto cheto, dice a una serva ch'egli sta bene, e se ne va fuora intorno a quella sua faccenda. Doppo che l'hebbe spedita, e affaticata la testa per un buon pezzo in quel contar di denari, gli venne desio d'una messa, e, per cavarsi questa voglia, si messe in ginocchioni; ma non gli fu fatta la gratia di gustarla tutta, perchè intorno al levar del Signore si sentì venir travaglio allo stomaco, e si risolvette a rizzarsi per andar su qualche panca a sedere.
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