Noi stiamo con martello d'una bellezza tanto venerabile e peregrina, e non vorremo che la maligna schiera degli invidiosi, o quella miserabile degli stolti, havesse a tenerla nascosta sotto la loro ruvidissima scorza e sotterrar nelle tenebre una fabbrica così stupenda. Supplico di nuovo V. S. a favorirmi di qualche ragguaglio delle sue speranze.
Doppo la sua partenza mi messi a leggere quella digressione circa le stelle nuove del Chiaramonte, perchè questa non era nell'opera ch'io fui favorito di godere quei quattro giorni, ma si trovava ancora nella mente e sotto la penna di V. S.; e però non essendo stata da me gustata con quella libera application di mente con la quale i' havevo assaporato il resto, volsi assaggiarla con qualche attentione. M'occorse nel progresso alcuna difficultà, e l'andavo notando su qualche fogliuccio; ma perchè le mi moltiplicorno tra le mani, mi venne in pensiero di ordinarle e mandarle a V. S., e per diminuir forse qualche neo, e per servirmene di occasione per farmi scriver da lei un verso e intender quanto prima i trattamenti di cotesti sopracapi verso l'interesse di V. S. o, per dir bene, verso l'interesse di tutta la republica scientiata e di tutti gli huomini che habbin discorso non indegno del titolo humano. Il male di mio padre m'interroppe l'assegnamento, ma potrò adesso ripigliar l'istessa mira e rimaner consolato dalla sua amorevolezza. Gne ne manderò dunque posdomani per lo straordinario.
Al P. Rev.mo Don Benedetto mi ricordo servitor affetionatissimo, gli offerisco la servitù mia con tutto l'affetto, gli mando mille saluti dal più intimo del cuore, e con ogni debita reverenza me gli inchino e gli bacio la mano.
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Chiaramonte Rev Don Benedetto
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