E mentre che io ostentavo la ribalderia di persone sì sciagurate e che fan tali ufizi, mi si dichiarò penetrare che e' non eran fatti per offender di punta V. S., ma lui stesso, e che chi malignò dovette far conto, che essendo venuto a Roma un gran matematico, argomentasse: Adunque un grande astrologo; e sopra di lui fondasse la macchina della sua favola. E poi soggiunse che per mostrare a i maligni che egli non dava fede a queste cose, però haveva voluto particolarmente V. S. a desinar seco pur una mattina, il che per vari accidenti sino a ora non è successo. Vaglia a V. S. tutto ciò per avviso. A cui baciando affettuosamente le mani, prego felicità.
Di Monte Cavallo, il dì 3 di Giugno 1630.
Di V. S. molto Ill.e
Ho detto, per esprimermi e consolar V. S., più copiosamente che forse, se altri havesse a veder questa lettera, non sarebbe bene, e massimamente il dirsi da me l'esser fatto questo lavoro per offender lui.
[vedi figura 2022.gif]
Fuori: Al molto Ill.e Sig.r mio e Pad.ne Oss.oIl Sig.r Galileo Galilei.
In sua mano.
2023.
GALILEO a MICHELANGELO BUONARROTI [in Roma].
[Roma], 3 giugno 1630.
Museo Britannico in Londra. Add.l Mss. 23139, car. 41. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re e Pad.n Col.mo
Ho inteso per la gratissima(253) di V. S. molto I. l'uffizio fatto da lei per me da vero padrone affezionato, e gliene rendo molte grazie; assicurandomi che la mia fortuna non sia per degenerar dal suo consueto, che è stato sempre di partorirmi utile et onore dalle calunnie promossemi da i maligni.
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