Le rendo gratie infinite di tanto honore, ch'io mi reputo fatto da V. S. mentre si degna di valersi della mia servitù. Sento poi piacer grande che fra quelle mie scioccheriuole(264) vi sia qualcosa di buono; e quando nel giudicarla potesse essersi hallucinata la vista, e non ci havesse parte se non una troppo affettuosa inclinatione verso di me, all'hora il contento si raddoppierebbe a mille doppi, chè l'esser amato, e di soverchio, non da un huomo, ma da un Dio, qual io reputo V. S., mi pare una prerogativa superiore a quante io ne sapessi desiderare.
Mi rallegrai del suo subito risanamento, sentito dal Sig.r Vincentio, quant'io mi rallegrassi del buono evento di quello stranissimo accidente ch'io le scrissi di mio padre(265), il qual è fuor di casa, non che del letto, son già parecchi giorni, e va di continuo prendendo ristoro e vigore. Penso di poterlo creder franco, benchè insino a 40 giorni doppo la percossa ci è chi vive, in casi simili, con qualche sospetto. Bacio a V. S. le mani con affetto reverentissimo e svisceratissimo, e le prego dal Cielo quella prosperità che al suo celeste ed infinito merito corrisponde.
Fir.ze, 8 Giugno 630.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Obblig.mo et Devotiss.o S.reDino Peri.
Di nuovo raccomando a V. S. il nostro Domenico scultore(266). Le fa humilissima reverenza, e la supplica a tenerlo aiutato col suo favore appresso il S. Cardinale etc.
2029**.
ESAÙ DEL BORGO ad ANDREA CIOLI [in Firenze].
Madrid, 8 giugno 1630.
Arch. di Stato in Firenze. Filza Medicea 4958 (non cartolata). - Autografa.
| |
Dio Vincentio Cielo Giugno Devotiss Peri Domenico S. Cardinale Firenze Stato Firenze Medicea
|