Di S. Matteo, li 21 di Luglio 1630.
Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei, aBell.do
2040.
GIO. BATTISTA BALIANI a GALILEO [in Firenze].
Genova, 27 luglio 1630.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 134. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Io vengo di rado a ricever favori da V. S., per non tediarla. Mi occorre un dubbio, che, non sapendol sciorre, mi è forza ricorrere da lei, pregandola che me ne dica ciò che le occorre.
Ci conviene far che un'acqua di due oncie di diametro in circa traversi un monte, e, per farlo, conviene che l'acqua salisca a piombo 84 palmi di Genova, che son circa 70 piedi geometrici; e per farlo habbiam fatto un sifone di rame, conforme il disegno inchiuso(283), ove CA è il livello, A ove si piglia l'acqua, B ove ha da uscire, D l'imbottatoio per dove si empie il sifone, DE l'altezza a piombo che l'acqua ha da salire. Però questo sifone non fa l'effetto desiderato; anzi aperto, ancorchè chiuso dal di sopra, l'acqua esce da tutte due le parti, e se si tien chiuso da una parte, aprendo dall'altra, ad ogni modo da questa esce l'acqua. Io non mi posso dar a credere che l'acqua habbia in questa occasione voluto appartarsi dalle sue proprietà naturali, onde è forza che, uscendo l'acqua, vi sottentri aria nella parte di sopra: però non si vede di dove.
[vedi figura 2040.gif]Avviene un'altra cosa che mi fa stupire; et è, che aprendosi la bocca A, esce l'acqua sin che dalla parte D sia scesa per la metà in circa, ciò è sin a F, e poi si ferma.
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