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      Si strappa dunque il ferro AB, fermato in A, mentre in B se gl'attacchi, vgr., un peso di 100m libbre; adunque quando esso ferro AB fusse tanto lungo che pesasse 100m libre, non potrebbe regger sč stesso, ma si strapperebbe. Se dunque (e sia un problema annesso a questo, ma perō degno d'esser saputo) noi volessimo sapere sino a quanta lunghezza si potesse estendere un fil di ferro, sė che, attaccato in alto, reggesse sč stesso, ma non in lunghezza maggiore; preso 2 o 3 palmi di esso filo, qual sia, per esempio, AB, attaccheremo in B un peso, e questo andremo continuatamente accrescendo, sė che esso filo AB si strappi; e trovato che si č rotto per il peso, vgr.a, di cento libre e non prima, si dirā tal filo poter sostenere sino a 100 libre di sč stesso: e perchč la parte BA č, per esempio, lunga un braccio, e pesandola troviamo che pesa un'oncia, e le 100 libre contengono 1200 once, adunque il fil del ferro AB sosterrā 1200 braccia, meno un momento della sua propria lunghezza. E qui noti V. S. Ill.ma che l'esperienza fatta una volta con un filo di qualsivoglia grossezza ci mostra la gagliardia di tutte le corde fatte del medesimo metallo: sė che se, vgr., una corda da cetera d'ottone regge 10 libre di peso per appunto, e se 10 libre di tal corda sono un filo lungo 3000 braccia, tutte le corde del medesimo ottone, di qualunque grossezza, sosterranno sč stesse sino alla lunghezza di 3000 braccia e non pių; avvenga che la corda 4 volte pių grossa di un'altra non č altro che 4 di tali corde pių sottili, onde conviene che possa reggere il quadruplo dell'altra per appunto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604