Hora tornando al sifone di V. S., nel quale l'acqua deve salire per attrazzione a perpendicolo sino all'altezza di 84 palmi, per perpendicolo dico ciò essere impossibile, perchè la sua corda non è sì gagliarda, ma si strappa anco in assai minor lunghezza. Nè ci è di sollevamento l'essere il sifone non eretto a perpendicolo, ma inclinato, essendo che la lunghezza dell'inclinato, et in conseguenza la quantità dell'acqua in esso contenuta, è tanto maggiore, che ricompensa appunto la resistenza maggiore nell'esser alzato a perpendicolo. E qui parimenti noti V. S. che l'essere i sifoni più longhi o più stretti non diversifica nulla circa 'l potersi attrarre a minore o maggiore altezza; e se, vgr., in un sifone largo come una paglia, attraendo, non si può far salir l'acqua se non all'altezza di 20 braccia, in nessun altro sifone, di qualsivoglia larghezza, si farà montare ad altra altezza: ma di tutti i sifoni è determinata la lunghezza medesima, possibile per l'attrazzione; perchè delle corde (per così dire) d'acqua tanto crescie la robustezza, cioè la loro grossezza, quanto il peso da reggersi, cioè la quantità dell'acqua. Ma di questo e d'altri problemi intenderà V. S. in altro tempo.
Sono stato li mesi passati a Roma, per licenziare i Dialogi che scrivo esaminando allungo i 2 sistemi massimi Tolemaico e Coperniceo in grazia del flusso e reflusso; et havendo finalmente superate alcune difficoltà, li ho hauti licenziati e sottoscritti dal Rev.mo Padre Mostro, Maestro del Sacro Palazzo; et se era altra stagione, mi sarei fermato lì e fatti stampare, o vero gl'haverei lasciati in mano dell'Ecc.mo S. Pri.e Cesi, il quale si sarebbe presa tal cura, come ha fatto di altre mie opere; ma S. Ecc.za si sentiva indisposta, e, quello che è peggio, hora s'intende che sia in estremo.
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