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2054*.
GIOVANNI SILVI a GALILEO in Firenze.
Roma, 2 settembre 1630.
Bibl. Naz. Fir. Appendice ai Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 9. - Autografa.
Molto Ill.re mio Sig.r Oss.mo
Doppo la sua partita di qua non ò hauto nuove di lei; pur voglio credere arrivassi costà con buona salute. Così piaccia al Signor, e conservarla lungho tempo.
Quando fussi con suo comodo, in una o più partite, pagare al S.r Francesco Bontalenti di banco di costì li s. 54, b. 15, che mi deve V. S. per le robbe che prese, me ne faria somma gratia; et scusimi se ò preso ardire di domandarceli, e non aspettare venghi da lei a rimettermeli, chè queste turbolenze che corrono per il mondo causano una strettezza di moneta per tutte le piazze d'Italia, che non si può più negotiare, e va molto male per chi à di bisognio. Il Signor Dio ci metta la Sua santa mano e pongha fine a tanti flagelli, et a V. S. dia sanità e la Sua santa gratia. Li bacio le mani et me li offerisco suo servitore.
Roma, 2 7mbre 1630.
Di V. S. molto Ill.reSer.re Aff.mo
Gio. Silvi.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
2055*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
[Arcetri], 4 settembre 1630.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 116. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Per mia buona sorte mi è accaduto il poter in qualche parte supplire alla minore delle molte disgrazie che V. S. mi disse esserle accadute, ciò è d'esserseli guasto 2 barili di aceto, in vece de i quali io ne ho provvisti questi due fiaschi che gli mando; il quale, in questi tempi, ho havuto per gratia, e mi par ragionevole.
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