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      Non erano le 20 o/2, che mandò tre o quatro imbasciate che andassi subito; che con l'ultima venne D. Tommaso Lavagna, uno delli sua aiuti di camera, gentiluomo molto curioso di queste cose, con il quale furno persone di mia casa a portarlo a S. M.tà: la quale, subito che li arrivò, mi fece honore di domandar di me dal Conte de Hiebla, figlio del Duca di Medinacidonia, gentiluomo di camera che serviva quel giorno, che voleva lo fussi ad instruire del modo che si teneva per servirsene; ma havendone avvisato al detto D. Tommaso, non li feci mancamento nessuno. Subito furno S. M.tà e li Ser.mi infanti suoi fratelli a metterlo in opera, che li parve una cosa di maraviglia; affermando S. M.tà che haveva visto una croce di pietra in un luogo più lontano una lega dello Scuriale, che in tutto sono otto lege, e miglia di coteste 24; e fece avvisare alla persona di mia casa, che mi dicessi che era pretioso e di suo intero gusto.
      È stata tanta la frequenza nel'usare di questa curiosità, et li tanti ordini del tenerne conto, che li è riuscito quello che a un fanciullo che tiene un uccelletto in mano, che per farli troppe carezze li stiaccia il capo. S. M.tà havanti ieri chiese l'occiale, chè voleva vedere le stelle che V. S. chiama Medicee, vicine al pianeto di Giove, che gliele havevo inviate dipinte di mano del Lotti; e puntando l'occiale, non vede cosa alcuna: chiama D. Tommaso, che fussi a riconoscere li cristalli et li nettassi, e trova il maggiore che sta dalla parte di sopra, o, per meglio dire, non vi trovò il detto cristallo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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