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      Suppongo ch'ella procurerà con ogni diligenza possibile di guardarsi dal pericolo, del che la prego caldamente; et anco credo che non gli manchino i rimedii e difensivi proportionati alle presenti necessità, onde non replicherò altro intorno a questo. Ma ben, con ogni debita reverenza e confidenza filiale, l'esorterò a procurar l'ottimo rimedio, quale è la grazia di Dio benedetto, col mezzo d'una vera contrizione e penitenza. Questa, senza dubbio, è la più efficace medicina non solo per l'anima, ma per il corpo ancora; poi che se è tanto necessario, per ovviare al male contagioso, lo star allegramente, qual maggior allegrezza può provarsi in questa vita di quella che c'apporta una buona e serena conscienza? Certo che quando possederemo questo tesoro, non temeremo nè pericoli nè morte; e poi che il Signore giustamente ne gastiga con questi flagelli, cerchiamo noi, con l'aiuto Suo, di star preparati per ricever il colpo da quella potente mano, la quale, havendoci cortesemente donato la presente vita, è padrona di privarcene come e quando gli piace.
      Accetti V. S. queste poche parole profferite con uno svisceratissimo affetto, et anco resti consapevole della disposizione nella quale, per grazia del Signore, io mi ritrovo, ciò è desiderosa di passarmene all'altra vita, poi che ogni giorno veggo più chiaro la vanità e miseria della presente: oltre che finirei d'offender Iddio benedetto, spererei di poter con più efficacia pregar per V. S. Non so se questo mio desiderio sia troppo interessato: il Signore, che vede il tutto, supplisca per Sua misericordia ove io manco per mia ignoranza, et a V. S. doni vera consolazione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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