Conosco che io ho fatto errore, e che è verissima la consideratione di V. S., che un canape, ancor che sia d'acciaio e di qualsisia grossezza determinata, non può reger un peso immenso, e neanche sè stesso, quando che sia tanto longo che 'l suo peso sia immenso, e che perciò si regerà solo mentre che sia di una tale longhezza, la quale non si può passare, e che V. S. dichiara benissimo quanta sia questa longhezza; e mi è avviso che lo stesso debba avvenire al canale pieno d'acqua. Però so che V. S. mi permetterà che io le dica che mi resta tuttavia un dubbio, che pur V. S. accenna mentre che dice che la corda dell'acqua si strapparà più facilmente del canape, quanto le parti dell'acqua, nel separarsi l'una dall'altra, non hanno da superar altra resistenza che quella del vacuo, la quale non si è sin hora determinato quanta ella sia; e se ben tanto o quanto il vacuo impedisce lo strapparsi il canape, e tanto più la corda d'acciaio, ad ogni modo mi par pure che vi sia gran diferenza, anzi che sia dubbio se possa esser che, strappandosi la corda, vi resti vacuo o no. Ma comunque ciò sia, è certo che è molto maggiore il vacuo che resta nel canale.
Io non sono già della oppinione volgare, che non si dia vacuo; però non mi potee dar a credere che si desse il vacuo in tanta quantità e così facilmente. E per non mancar di dirle la mia oppinione intorno a ciò, io ho creduto che naturalmente il vacuo si dia, da quel tempo che io ritrovai che l'aria ha peso sensibile, e che V. S. mi insegnò in una sua lettera(343) il modo di ritrovarne il peso esatto, ancorchè non mi sia riuscito fin hora farne esperienza.
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