Rispetto ai Dialogi che V. S. vorrebbe stampare, non habbiamo qui altro stampatore che Giuseppe Pavoni. L'ho fatto subito domandare, e gli ho detto se gli dà l'animo di stampar un'opera: dice di sì, se havesse qualche ministri che gli mancano, cioè un che maneggi il torchio et un che componga i caratteri, oltre che non ha correttore. Non manca perciò di andare stampando qualche operetta alla meglio. Mi ho fatto dar un poco mostra dei suoi caratteri, che mando a V. S. qui inchiusi. Converrebbe per un'opera valersi o dei due col segno A o degli altri due col segno B. V. S. mi avviserà di quel che vorrà, e se di costì si potesse haver i detti ministri o da altra parte; nel che havrà consideratione anche all'impedimento che può darci la peste.
Ho fatto le raccomandationi di V. S. al Sig.r Bartolomeo Imperiale, che le vive molto servitore; al Sig.r Andrea Spinola farò lo stesso, quanto prima lo vedrò; et a V. S. bacio per fine le mani e priego dal Signor ogni contento.
Di Gen.a, a 24 di Ottobre 1630.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
[vedi figura 2075.gif]Sig.r Gal.o Gal.i
Fir.
2076.
NICCOLÒ AGGIUNTI a [GALILEO in Bellosguardo].
Firenze, 28 ottobre 1630.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 148. - Autografa.
Molt'Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
Sento allegrezza grande della sua buona salute; e 'l timore che ell'ha di atterrir gl'amici con la sua presenza, mi par che più presto dovesse esser timore di esser atterrito, perchè qua già si fa un gran barellare. Io veramente mi aiuterei col far buona vita; ma mio padre, che vuol ch'io muoia sano, mi governa con le bilancine, e acciò che io non muoia di peste, mi vuol far morir di fame.
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