Ove parmi, carissimo S.r Padre, che V. S. s'incamini per diritta strada, mentre si vale dell'occasioni che se gli porgono, e particolarmente nel far di continuo benefizii a persone che la ricompensano d'ingratitudine; azione veramente che quanto ha più del difficile, tanto è più perfetta e virtuosa: anzi che questa più che altra virtù mi pare che ci renda simili all'istesso Dio, poi che in noi stessi esperimentiamo che, mentre tutto il giorno offendiamo S. D. M., egli all'incontro va pur facendone infiniti benefizii; e se pur tal volta ci gastiga, fa questo per maggior nostro bene, a guisa di buon padre che per corregger il figlio prende la sferza: sì come par che segua di presente nella nostra povera città, acciò che almeno, mediante il timore del soprastante pericolo, ci emendiamo.
Non so se V. S. haverà intesa la morte di Matteo Ninci, fratello della nostra S.r M.a Teodora, il quale, per quanto ne scrive M.r Alessandro suo fratello, non ha havuto male più che 3 o 4 giorni, et ha fatto questo passaggio molto in grazia di Dio, per quanto si è potuto comprendere. Gl'altri credo che siano sani, ma ben assai travagliati per haver fatta la lor casa una gran perdita. Credo che V. S. ne sentirà disgusto, come lo sentiamo noi, perchè era veramente giovane di grandissimo garbo e molto amorevole.
Ma non voglio però darle solamente le nuove cattive, ma dirle anco che la lettera ch'io scrissi per parte di Madonna a Ms.r Arcivescovo(347), fu da lui molto gradita, e se n'hebbe cortese risposta, con offerta d'ogni suo favore et aiuto.
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