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      Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 150. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
     
      Non minor dubbio nè manco dolore mi arrecava il non sentir nuove di lei, che mi assicurassero della sua salute (della quale potevo anch'io non puoco dubitare), di quel che dice haver sentito per conto mio, già ritornato da morte a vita nel suo pensiero e continuato in vita nel suo benigno affetto; là onde, se perciò ne ha sentito straordinario gusto, pensi qual debba essere stato il mio, trattandosi di persona così verso di me ben affetta e così utile al mondo. Lodato Dio, ch'ella si vada mantenendo in una sanità più che giovanile, mentre il resto del mondo egro e languente se ne giace oppresso da mille passioni, e come ridotto alla conditione dell'età decrepita sente le noiose infirmità che la sogliono travagliare. Prego N. S. che la mantenghi per molti e molti anni, e meco lo desiderano questi Signori, quali si sono tutti rallegrati, sentendo nuove di lei di sanità. Mi dispiace ch'ella si sii ritrovata, e forsi anco sii, ne' pericoli ch'ella dice per la vicinanza del morbo contagioso, e prego Iddio che ce la conservi. La prego anchora a sollicitar la stampa de' suoi Dialogi, che son molto desiderati, acciò anch'ella, mentre vive, goda del frutto della gloria che dalle sue fatiche e da opere sì meravigliose ella può degnamente augurarsi.
      Mi piace sommamente che habbi ripigliato le speculationi del moto, materia invero degna d'un par suo e che mi dà straordinariamente nell'humore, vedendo che con tal scienza e con le matematiche accoppiate insieme ci potiamo presentare alla speculatione delle cose naturali, e con gran confidenza sperarne la desiderata cognitione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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