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      Sig.r Padre, anch'io son sicuro che mentre V. S. voglia far di queste spese et altre assai, che da i più saranno giudicate soverchie o non necessarie, che la sua provisione non gli può esser bastante: ma di questo non ne vorrei portar la pena io. Gli è vero che V. S. può spendere il suo, che con tanto sudore e honore si è accquistato, come gli pare e piace, che a me non tocca rivederli i conti, che tutto quello che ho da lei l'ho per mera e pura sua cortesia e carità, e che insino ad hora non mi è mancato mai nulla; ma dall'altro canto, vedendomi allacciato con moglie e figliuoli, et havendo riguardo al misero stato che mi si prepara, astretto dalla passione, non posso far di manco di non mi risentire più del dovere. V. S. si duole che la nostra casa habbia a sentir poco frutto de i miei studi e fatiche, ma di questo io non ne ho colpa alcuna; e ben sa V. S. quanto io mi sia doluto per il passato, e si può immaginare quanto al presente mi dolga, il vedermi senza impiego et avviamento alcuno, e sa quante volte e con quanta instanza io l'habbia pregata a procacciarmelo. Piacesse pur a Dio ch'io havessi tanta fortuna che mi si porgesse occasione di affaticarmi per guadagnarmi il pane, che mi parrebbe d'esser fuor d'un gran labirinto e di toccar il ciel col dito. Et hora ch'io so quanto gli si habbia a crescer la spesa, voglio pregarla e supplicarla, con non minore affetto et umiliazione di quel che si faccia la famiglia del suo fratello, che voglia quanto prima cercar d'impiegarmi in qualche carica, ond'io possa guadagnar qualcosa, e che, se vuole (come conviene) tener conto de i suoi nipoti, non voglia scordarsi del suo povero figliuolo, della sua nuora e del nostro caro figliuolino(367), che pur anch'esso è del suo sangue e suo nipote; che di tanta carità Dio benedetto glie ne renderà perpetuo merito.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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