E ricordandomele servitore, le prego da Dio sanità e ogni vero bene, e insieme al S.r zio e a tutta la sua famiglia.
Di Monted.ni(369), il dì 9 di Xmbre 1630.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Cugino e Ser.re
Nicc.ò Arrighetti.
Fuori: Al molto Ill.re S.r mio e P.rone Oss.moIl S.r And.a Arrighetti, a
Macìa(370).
2091.
LORENZO PETRANGELI a GALILEO in Firenze.
Monaco, 11 dicembre 1630.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 230-231. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio sempre Oss.mo
Scrivo a V. S. Ecc.ma, e facciol più che volentieri, in conformità dell'honore e dell'affettuosa servitù che gli porto. Ma niuna cosa all'incontro poteva accadermi tanto molesta, quanto esser constretto di farla avvisata, in sodisfattione dell'amore e dell'amicitia così stretta fra di me e del Sig.r Michelagnolo Galilei suo fratello, come egli, doppo una perpetua malinconia(371) di tre anni, caduto finalmente malato, s'è condotto a tal termine, che doppo gl'altri sacramenti ha anco ricevuta l'estrema untione; nè v'è altra speranza di salute corporale, come pur giudica il medico, che qualche miracoloso aiuto del Cielo. E perchè avanti che egli perdesse la parola, mi pregò e ripregò, come anco il suo Padre confessore, perchè volessi scrivere a V. S. Ecc.ma, dicogli come egli, nel vedersi di partenza da questo mondo, la supplica umilmente che per l'amor di Dio, dinanzi al cui tribunale è presto per comparire, voglia disporsi cortesemente a perdonargli ogni dispiacere che gl'havesse mai dato in vita sua e particolarmente quando tre anni fa, partendosi di Firenze, ricondusse qua con la moglie i suoi poveri figliuolini(372); e che segno evidentissimo [de]l perdono sarebbe, nel conspetto di tutto 'l mondo, se la sua buona carità, vestita di compassione e de le viscere di misericordia, condescendesse, come il più prossimo, a prendere amorevol cura e protettione di questa povera famiglia, che perdendo lui rimane in tanta miseria.
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