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      Anzi niuna cosa la muova maggiormente e con generosa prontezza, che la nobiltà e generosità dell'animo suo. E così il Signore rimuneri lei di quelle gratie, che io, rimanendogli servitore, gli desidero con tutto l'animo.
     
      In Monaco, a gl'XI di Xmbre 1630.
      Di V. S. molto I. et Ecc.maAff.mo Serv.re
      Lorenzo Petrangeli.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio sempre Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei
      Fiorenza.
     
     
     
      2092**.
     
      ANDREA ARRIGHETTI a NICCOLÒ ARRIGHETTI [in Montedomini].
      Macìa, 14 dicembre 1630.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIV, car. 49-50. - Autografa.
     
      Molto Ill.re Sig.re Cug.no
     
     
      [vedi figura 2092.gif]Sono più che mai ingrossato, o per dir meglio incaponito, nella mia opinione; e dopo aver letta e riletta la sua scrittura, con essermi ridotta in memoria la dimostrazione del S.re Galileo, tanto maggiormente mi ci confermo: e se non fosse che mi fa instanza di risposta, non replicherei da vantaggio, attribuendo tutto alla mia incapacità. Ripigliando dunque, per maggiore chiarezza, la dimostrazione e figura di V. S., con la quale pretende di dimostrare che nelli due canali della medesima larghezza e che ricevon l'aqqua del'istesso fiume ora l'uno ora l'altro, e che vadino a sgorgarla nel'istesso luogo (che è l'istesso che dire che in tutta la sua lunghezza abbino l'istessa caduta), uno de'quali sia diritto e con una sola pendenza, e l'altro tortuoso et a svolte, pretende, dico, di dimostrare che la detta aqqua camminerà con l'istessa velocità tanto per il torto quanto per il diritto, e che dette torture non abbino facultà di ritardare e trattenere la sua corrente; le dicho che non metto alcun dubbio nel dimostrato dal S.re Galileo, ma che son ben sicuro che non si può adattare al'esperienza che vuol far lei delli dua canali CA, CGEIA, se però non supponessimo che il mobile partendosi da ciascuna delle rivolte G, E, I si muovessi con la velocità, o per dir meglio si cominciassi a muovere con la velocità, che avrà aqquistato fino alle dette svolte per ciascuna dirittura CG, GE, IA, e che dette rivolte non apportino un minimo ritardamento al detto mobile: la qual cosa non solo reputo che sia falsa, ma è quello che è in quistione; e tengho per fermo che se si lasceranno cadere dua mobili eguali, uno per l'uno e l'altro per l'altro canale, che assolutamente la velocità per il torto, dopo che avrà intoppato nella prima tortura, non agguaglierà mai più la velocità per il diritto: poichè, partendosi il mobile dal punto G e camminando per la dirittura CG, con aqquistare momento e velocità, nel perquotere et urtare che farà nella sponda GE, mentre non vi sia impedimento, cercherà di fare gl'angoli del'incidenza e reflesso fra di loro eguali, et si potrà dar caso che dopo che il mobile avrà percosso la prima volta nella detta sponda, batta ancora altre percosse or nel'una et or nel'altra, avanti pigli la 2a dirittura, e che si parta di nuovo poco meno che dalla quiete, e che tante quante vi saranno di sì fatte svolte e più ad angoli acuti, altr'e tante volte facci il medesimo effetto e da vantaggio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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