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      E quando il P. D. Benedetto dice nel suo Discorso(376), ingannarsi quegli architetti che nel formar la larghezza d'un ponte di più archi basta lor considerar la larghezza ordinaria del fiume, e quella comprendono dentro a quegli archi, dice benissimo, perchè, se bene la larghezza dello spazio è eguale, non però è simile, poi che dove il fiume ordinario ha solamente per impedimento il fregamento di due sole sponde, nel ponte si raddoppiano tali impedimenti tante volte quante sono appunto le impostature degli archi. E così ben dice di quel ciarpame e cannucce che impediscon le velocità de' fossati, poi che da esservi a non v'essere si varia la similitudine della larghezza di que' canali, il che può esser di grandissima conseguenza, ma non il torto o diritto.
      L'occasione di ben esaminar questa verità mi fu porta sin la state passata dal S.r Cosimo Medici, e ultimamente per i nuovi disegni di mutar letto a Bisenzio; al qual S.r Cosimo dal medesimo Bartolotti(377) fu proposto d'addirizzare un suo fiume per rimediare all'inondazioni, ed ei me lo conferì, e in quest'altra occasione molti gentiluomini interessati me n'ànno trattato: il che mi ha dato materia non solamente d'investigar questa sola ch'a me par verità, ma alcune altre in questo genere d'acque, che, dicendole, parrebbon molto maggiori stravaganze di questa, delle quali tutte ho fatto memoria e mi son carissime; e ho cavato il tutto, come già ho detto, dalle dimostrazioni del moto del S.r Galileo e dal Discorso del P. D. Benedetto, conoscendo sempre più un dì che l'altro esser mirabili questi ingegni, avendo ambidue scoperte verità tanto incognite e inopinabili all'intender comune, e datine i semi per scoprirne sempre mai da vantaggio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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