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      E se, per detto anche di V. S., l'aqqua deve fare il medesimo effetto che farebbono due palle o cilindri o altro sia che si vuole, non so vedere perchè gl'infiniti impedimenti cagionati da vari accidenti, et in particolare dalle stravaganti torture(388) che vi sono, non abbino da cagionare ritardamento, e per conseguenza ricrescimento di misura. Che poi tali svolte cagionino impedimento e ritardamento, mediante le percosse fatte in esse da' detti mobili non solo a squadra ma sotto qualsivogli angolo, non solo mi par chiaro per le ragioni dette a V. S. per altra mia, alle quali mi rimetto, ma ancora per l'esperienza del trucco addotta da V. S., dove si vede che le palle nel ribattere nelle mattonelle subito cominciano a perdere di forza, e tanto più se la ribattuta sarà fatta in maniera che la palla sia forzata a ribattere una o più altre volte nel'altre mattonelle: e se avessi praticha di detto gioco, arebbe visto che con un colpo assai ordinario la palla camminerebbe, se non perquotessi nelle sponde(389) quattro o cinque volte, tanto quanto è la lunghezza della tavola, dove con farla ribattere con tutta la forza nella mattonella opposta è molto difficile il farla stornare fino al luogo donde si era partita; e questo per cagione degl'impedimenti, senza i quali è impossibile fare simili esperienze, et in particolare trattandosi di fiumi, dove ce ne possono essere infiniti, del tutto inimmaginabili(390).
      Quanto poi a quello dicie, di argini di materia cedente o penduli in sè stessi, non mi altera niente il mio pensiero, perchè non ò dubbio che un argine pendulo in sè stesso non ritardi molto più il corso d'un fiume di quello farebbono le frasche e l'erbe e cannuccie di materia molto più leggiera; sì come non son sicuro che l'aqqua, percotendo nella svolta, facessi l'effetto che farebbono i pezzi d'una palla di vetro, che percotendo si spezzano, perchè non saprei immaginarmi gl'effetti che fussero per fare, e direi più presto che non se ne potessi dare una certa e ferma regola per cagione degl'impedimenti, senza i quali è impossibile far simili esperienze, come altra volta si è detto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604