2104.
GALILEO a RAFFAELLO STACCOLI [in Firenze].
Bellosguardo, 16 gennaio 1631.
Cfr. Vol. VI, pag. 627-647 [Edizione Nazionale].
2105**.
ANDREA ARRIGHETTI a ......
[Macìa], 17 gennaio 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIV, car. 41-42. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re mio Oss.mo
Avendo fatto un po' di reflessione sopra quanto mi accennò iersera V. S. per conto della scrittura del S.re Galileo sopra l'addirizzamento di Bisenzio, mi confermo, come dissi a V. S. in voce, che lasci gran campo al Bartolotti e a tutti quelli che sono in questo particolare della sua opinione (nel qual numero mi dichiaro ancor io, già che, mediante l'essere andato a monte detto riparo et il trattarsi solo del trovare la verità di questo problema, non si corre risico di dar disgusto a persona) di star forti e mantenere la loro opinione, et in somma di non si quietare, come parrebbe che dovessi seguire, alla decisione d'un tant'uomo.
Il Bartolotti concederà al S.re Galileo che le palle nel discendere per differenti declivi, e l'aqqua ancora, rimossi gl'impedimenti, sieno per fare gl'effetti che dimostra il S.re Galileo, ma dirà sempre che nel mettere tal cose in pratica è impossibile che tornino, per essere impossibile il rimuoverne gl'impedimenti in tutto e per tutto; e del'aqqua in particolare dirà, che se in una medesima botte si metteranno dua cannelle, una lungha e una corta con differenza notabilissima, che getterà con più velocità la(409) corta che la lungha; e dubito che l'esperienza riuscirà a suo favore, fatta però con quel'esquisitezza che si ricercha, perchè se in quella medesima botte metteremo quaranta braccia di fune, grossa per l'appunto quanto le cannelle, credo che con più facilità tireremo fuora le 20 braccia che si caveranno per la corta che le 20 che si caveranno per la lungha, e questo mediante il maggiore numero d'impedimenti che troverà quella che uscirà per la lungha.
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