Dispiacemi anco grandemente il sentire ch'ella si trovi con poca sanità; e se mi fossi lecito, di molto buona voglia piglierei sopra di me i suoi dolori. Ma poi che non è possibile, non manco almeno dell'orazione, nella quale la preferisco a me stessa. Così piaccia al Signore di esaudirle.
Io sto tanto bene di sanità, che vo facendo quaresima, con speranza di condurla fino al fine; sì che V. S. non si pigli pensiero di mandarmi cose da carnevale. La ringrazio di quelle già mandatemi, e per fine di tutto cuore me le raccomando insieme con S.r Archangiola e le amiche.
Di S. Matteo, li 11 di Marzo 1630(445).
Di V. S. molto Ill.reFig.la Aff.ma
Suor M.a Celeste.
Se V. S. non ha a chi dispensar la carne che gli avanza, io haverò bene a chi distribuirla, essendo stata molto gradita quella che mi ha mandata. Sì che se havessi occasione, potrebbe talvolta mandarmene.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei, aBello Sguardo.
2120*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
Arcetri, 12 marzo 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 103. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Ringrazio V. S. dell'amorevolezze a noi gratissime, poi che quest'anno così penurioso è causa che passiamo la presente quaresima assai magramente; se bene, quando si ha la sanità, l'altre cose si tolerano facilmente.
La venuta di V. S. e di Galileo piccino è da noi grandemente desiderata, quanto prima sia possibile. In tanto mi rallegro di sentire ch'ella stia assai bene, sì come di nuovo mi dolgo dell'impedimento che ho nel poter giovare alla Virginia e sodisfare a V. S.(446) Spero non dimeno che Dio benedetto la provvederà in qualche altra maniera.
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