La ringrazio di tutte in generale, et in particolare dell'ultime c[he] per mano del nostro fattore ho ricevute, che furno due cartocci, uno di mandorle, l'altro di zibaldone, e 6 cantucci. Il tutto ci goderemo in grazia sua. Et io gli fo un regalo da poveretta, ciò è questo barattolo di conserva, che sarà buona per confortar la testa; se bene miglior conforto credo che sarebbe l'affaticarla meno con lo studio e scrivere. Le bagattelle del panierino saranno per la Virginia.
Per carestia di tempo non dirò altro, se non che in nome delle solite la saluto affettuosamente, e prego N. S. che le conceda la Sua santa grazia.
Di S. Matteo, li 17 di Marzo 1630(454).
Di V. S. molto Ill.reFig.la Aff.ma
Suor Maria Cel.te
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei, aBellosguardo.
2125.
CESARE MARSILI a GALILEO in Firenze.
Bologna, 17 marzo 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 166. - Autografa la firma.
Molto Ill.re et Eccellen.mo mio Sig.re e P.rone
Ringrazio V. S. Eccellen.ma dell'affetto mostrato verso la perpetuazione della mia Casa(455) nella sua cortese, del quale ne è giustamente contracambiata dalla parziale mia inclinazione di servirla.
Le mando la metà di una mia diceria(456), fattami fare contra vena da Monsignore Archidiacono Paliotto(457) mio Signore, per stenderne poi una lettione nell'Accademia de' Gelati sotto il suo augurato principato, in proposito di che l'equinozio verno passato io ritrovai nella meridiana scolpita nel pavimento di San Petronio, la quale declina da quella che di nuovo vi si ritrova.
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