La malignità, l'invidia e l'ignoranza sono animali indomiti; et io lo veggo in cotidiana esperienza, vedendo che i miei contradittori, ben che convinti da cento incontri et esperienze passate, et accertati che le nuove opinioni, introdotte da me e da loro prima negate, sono state vere, non cessano d'opporsi ad altre che di giorno in giorno vengano da me proposte, con speranza pure di havermi una volta a convincere e con un solo mio minimo errore cancellar tutte l'altre mie vere dottrine introdotte. Hora V. S. lasci strepitare il vulgo, e séguiti pure la conversazione delle Muse, nemiche della tumultuosa plebe. Io tra tanto starò attendendo il rimanente della sua dottissima scrittura, et anco il disegno del globo che ella mi accenna, che mi sarà gratissimo il vederlo.
Non ho per ancora hauta occasione di essere col S. G. D., rispetto a i tempi pessimi de i giorni passati, che mi hanno tenuto, oltre a molte doglie per la vita, accatarrato sì fattamente, che il parlare a me era molestissimo, e poco grato a chi ascoltava; oltre che mi trovo assai oppresso da molti fastidii e dispiaceri che da diverse bande mi circondano, che mi son cagione ancora che io non posso allungo conferir con V. S. Ill.ma, come sarebbe mio debito e desiderio. Anzi havendo io sino la settimana passata scritto la metà della presente, e di già inviata un'altra mia al P. F. Buonaventura, gli scrivevo che haverei mandata risposta a V. S.; che poi non potette seguire per cagioni urgenti e moleste, che mi forzarono a calare alla città: sì che l'uno e l'altro mi scusino.
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Muse Buonaventura
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