Rileggendo la copia, sorella della mandata mia scrittura(492), trovo li sottoscritti errori; se sono così nella mandatali, correggerà come è notato nell'inclusa poliza(493); come mi favorirà notare e mutare in ogni altra parte ove vedesse che il senso non corresse a proposito, e mandarmene in somiglianti polize l'avviso, poichè io non l'incontrai, supponendo stesse come l'originale, invero non molto intelligibile. Se tal mia scrittura poi le parerà di considerazione, come parmi conoscere dalla troppo cortese tardanza nel rispondermi, mi farà grazia pigliare occasione di nominare Monsignore Archidiacono Paleotti(494), che ne è stato il stimolatore e promotore. Nel resto della lettera per hora non dirò altro, poichè cascando la prima parte, caderanno anche le consequenze. Resto al solito desideroso della sua grazia, della quale conoscerò che mi sia cortese, ogni volta che mi comanderà. Bramo la sua salute et avviso d'ogni maggior prosperità di V. S. Ecc.ma; e le bacio le mani.
Di Bologna, li 8 Aprile 1631.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maServ.re Aff.mo
Cesare Marsili.
Fuori: Al molto Ill.re et Eccellen.mo Sig.r P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, primo Filosofo di S. A. S.a
Firenze.
2141*.
MARCANTONIO PIERALLI a [GALILEO in Firenze].
Pisa, 9 aprile 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 241-242. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Col.mo
La pensione sopra il Canonicato che mi ha impetrato Mons.r Ciampoli dalla benignità di N. S. mi parve, non posso negarlo, da principio un poco grave: ma quand'io seppi, poco doppo, che era stata assegnata alla persona di V. S. Ecc.ma(495), mi posson far testimonianza questi amici di Pisa ch'io ne sentii allegrezza come se ne fussi stato in tutto e per tutto sgravato: e però ell'ha molta cagione a credere che nissun pensionano poteva esser più desiderato da me, nè ricevuto con mia maggior sodisfatione, che il S.r Galileo, tanto mio reverito padrone.
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