I dissegni, il bisogno, et i sospiri di questa povera vedova, sarebbono di essere aiutata dal cognato, a chi mi pare che habbia fatto rappresentare il suo miserabile stato; ma se non ne viene essaudita, credo che si sia gettata nella misericordia di Dio, risoluta d'andar così portandosi avanti in povertà et patimenti alla meglio che può. Se V. S. Ill.ma gli può far beneficio, non è opera di carità che possi impiegar meglio di questa, concorrendovi anco l'honore della natione; nel vedersi stentar qua questa famiglia, tenutaci in parte per forestiera, alla quale per conseguenza ogni cosa si rende più difficile. La raccomando caldamente alla pietà e protettione di V. S. Ill.ma secondo l'occasione, et senza più la riverisco ben di cuore, con baciar le mani al nostro S.r Bocchineri e bramar loro felicità.
Da Monaco, il p.o di Maggio 1631.
Di V. S. Ill.maS.r Balì.
Affett.mo et Oblig.mo Ser.reAurelio Gigli.
Fuori: All'Ill.mo Sig.reIl S.r Balì Cioli etc., mio Sig.re
Fiorenza.
2162.
GALILEO ad [ANDREA CIOLI in Firenze].
Bellosguardo, 3 maggio 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 78-79. - Autografa.
Ill.mo Sig.re e Pad.n Col.mo
Ho veduto quello che scrive il Rev.mo P. Maestro del Sacro Palazzo(520) in proposito dello stampare i miei Dialogi: dal che, con mio notabile disgusto, vengo in cognizione come S. P., dopo haver trattenuto me presso a un anno senza mai venire a conclusione alcuna, si apparecchia adesso a far l'istesso col Ser.mo Gr. D. nostro S.re, cioè di allungare e tirare innanzi con parole prive di effetto, cosa che non mi par da tollerarsi di leggiero.
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