Che tutti i nuovi lavori e ripari da farsi, tanto nel detto fiume d'Arno quanto ne gl'altri fiumi delli Stati, non si possino fare con detto suo nuovo modo senza saputa prima di V. A. e di consenso dell'esponente; delli quali fiumi tutti, per quanto gli farà bisogno per servizio del canale, habbia a essere principale architetto, con facultà di poter sostituire chi egli giudicherà atto a tal opera.
Che gli sia data commodità et aiuto per levar la pianta et il livello d'Arno, da cominciare da Firenze sino a Signa, avanti metta in opera la sua invenzione, che per ciò gli converrà tenere quattro o 5 huomini, una cavalcatura e dua navicelli, con quelle spese che occorrerranno; e di più li sia assegnato un tanto il giorno, secondo parrà a V. A., per dover assistere con la propria persona a tal operatione, acciò venga fatta secondo il suo disegno; e che poi per mettere in opera detta sua invenzione la spesa sarà la medesima che si suol fare ogn'anno per i necessarii ripari, e che fra due anni si commincierà vederne l'effetto.
Che quando il suo nuovo modo sarà stato conosciuto da poter riuscire e di utile, all'hora gli sia assegnato, per sè e suoi eredi e descendenti della sua famiglia in perpetuo, una provisione e ricognizione, conforme che a V. A. parrà che meriti il benefizio che si riceverà da detta sua invenzione; mediante la quale dice si faranno acquisti tali, che di essi si caveranno non solo le spese dell'accomodamento del canale da Firenze a Signa, e poi da Signa a Pisa, ma ancora della ricognizione che all'A. V. parrà di assegnarli.
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