And.a Cioli.
16 Lug.o 1631.
E di mano di FERDINANDO II:
Fer.
2179*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Bellosguardo.
Arcetri, 4 giugno 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 146. - Autografa.
Molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre,
Da Suor Luisa mi vien imposto ch'io deva per sua parte render a V. S. quelle grazie ch'io posso maggiori per il comodo e servizio(548) che ha da lei ricevuto con tanta prontezza e cortesia. Ma io, che per far questo mi conosco al tutto inhabile, me la passerò con silenzio, persuadendomi che a V. S. sarà di maggior gusto il sapere che io mi conosco e me le confesso obligata per una quasi infinita moltitudine di benefizii ottenuti da lei, e che tutto il mio desiderio è rivolto e tende solo a non essergliene ingrata, se bene veramente altro indizio di gratitudine non posso darle che di buona volontà. È ben vero che questa ultima grazia fattami, secondo il mio parere, supera le preterite, già che V. S. con questa mi dà segno di esser così pronta a beneficiarmi, che non solo per me stessa, ma anco per quelle persone alle quali io sono affezzionata et obligata, si dimostra liberale et amorevole; onde io la ricevo per grazia dupplicata, et alla mia Suor Luisa usurpo quell'obligazione che per ciò con V. S. potessi pretendere.
I morselletti, sì come sono riusciti de i più belli ch'io habbia mai fatti, così credo che saranno anco de i migliori; e non vorrei che V. S. gli distribuissi tutti, ma che ancor lei ne gustassi: sono n.o 8.
Sì come ella sa, Suor Archangiola si va purgando; et il medico giudica necessario il darle l'acqua del Tettuccio, ma in poca quantità, per esser ella assai debole e fiacca: et perchè questo medicamento ricerca bonissimo reggimento di vita, et io mi ritrovo molto scarsa di danari, havrei caro che V. S. mi mandassi un paio di polli, per poterli far buoni brodi anco il venerdì et sabato.
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