Dell'uno e dell'altro ne siamo a carestia, e per ciò havrei caro che V. S. me ne provvedessi un poco.
Rimando due fiaschi voti; et veramente che se, in questa scesa che ho havuta, non fossi stato il vino bianco di V. S., l'havrei fatta male, perchè sono vivuta di pappe e zuppe, quali non mi hanno nociuto per esser fatte in vino così buono.
Havrò caro d'intender se sortirà la compra del luogo che V. S. venne a vedere, perchè io grandemente lo desidero, e mi parrebbe cosa molto ben fatta e utile per la lor casa. Non occorrendomi altro di presente, saluto caramente V. S. insieme con le solite, e prego Dio benedetto che la feliciti sempre.
Di S. Matteo, li di (sic) Lug.o 1631.
Di V. S.
Fig.la Aff.maSuor M. Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei, aBellosguardo.
2197*.
FRANCESCO NICCOLINI a GALILEO in Firenze.
Roma, 10 agosto 1631.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 266. - Autografa.
Molt'Ill.re S.r mio Oss.o
Ricevei la settimana passata una lettera di V. S., piena di ammiratione e di travaglio della poca inclinatione che qui si mostrava verso la sua dottissima opera, e non le risposi, perchè presupposi che fusse inviata prima di ricever il proemio accomodato e l'ultimatione del negotio con la lettera per il P. Inquisitore(583). Ma perchè questa settimana, che mi pareva di doverne sentir la ricevuta, non m'è comparso avviso alcuno di suo, dubitando che il pieghetto possa esser capitato male, ho voluto di nuovo dirlene queste poche parole, perchè possa, non l'havendo ricevuto, farne far diligenza alla posta et avvisare perchè si possa procurarne duplicato.
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Dio S. Matteo Lug Celeste Amatiss Padre Galileo Galilei Firenze Inquisitore
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