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      Ma lasciamolo pure nella sua lordidezza e puzza, e lei non se ne dia pensiero.
      Io starò con desiderio attendendo i Dialoghi di V. S., e fo conto di non vedere mai più altro libro che il breviario e questi Dialoghi, e cercare di vivere più che si può senza offesa di Dio nè del prossimo, e venendo il tempo della morte riceverla allegramente, come fine d'ogni miseria. Scrivo a Roma per questo ordinario al Sig.r Lorenzo Richiadeo, che faccia delle bolle(609) di V. S. quello che lei li comandarà: però se le vole in Firenze, potrà scrivere al detto, che le mandarà. E con questo li fo humile riverenza insieme con tutti colesti Signori a uno per uno, e a tutti prego dal Cielo ogni bene e salute.
     
      Di Pesaro, il 26 di 7mbre 1631.
      Di V. S. molto Ill.raDevotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
      Don Benedetto Castelli.
     
     
     
      2210.
     
      FULGENZIO MICANZIO a GALILEO in Firenze.
      Venezia, 27 settembre 1631.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 186. - Autografa.
     
      Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
     
      Tarda mi capita la lettera di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma di 13, come fanno sempre le felicità, non havendo in questo genere cosa più desiderata. In fatti siamo stati in un terribile conflitto; et se le moschettate non ci hanno colto, non è che non fossero frequentissime e mortali. Gloria a Dio.
      L'Ecc.mo Proc.r Venier(610) è ritornato dalla sua legatione(611) colmo d'honore, et ha letto nella lettera di V. S. con dimostratione di estraordinario piacere le sue salutationi; e m'accorgo accrescere di gratia appresso S. E., perchè vede quanto io sia devoto e costante servitore di V. S. Scrivendoli, come mostra desiderio, le testificationi delle qualità del S.r Mathematico di Pisa(612), di cui io mi trovo già inamorato per fama, faranno grand'effetto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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