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      Nel bianco dunque della presente riconoscerà V. S. Ecc.ma la candidezza della mia fede, e nel nero la constanza che havrò sempre di seguitarla e di servirla.
      Non so se li capitassero due Discorsi(710) del S. Roffeni inviati al Padre Lucio dal Padre Mathematico, che lodavano anticipatamente i suoi Dialogi: desidero poterlo rifferire al detto S.r Roffeni, che mostrò tanto di riverirla. E qui a V. S. Ecc.ma le faccio riverenza, augurandoli lunga sanità.
     
      Bologna, 16 Marzo 1632.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maObli.mo Se.re
      Cesare Marsili.
     
     
     
      2250**.
     
      GALILEO a [CESARE MARSILI in Bologna].
      Firenze, 20 marzo 1632.
     
      Arch. Marsigli in Bologna. Busta citata al n.° 1688. - Autografa.
     
      Ill.mo Sig.re e Pad.ne Col.mo
     
      Mi è giunta in questo punto la cortesissima di V. S. Ill.ma delli 16 stante(711), nella quale ella, conforme sempre al suo natural costume gentilissimo, non lascia luogo a i suoi servitori di dimostrarsi, nè anco in minimi segni, pronti di sodisfare in piccola parte a gl'obblighi che se gli devono. V. S. Ill.ma si chiama honorata di quello da che io riconosco il titolo massimo della mia reputazione, che è di esser conosciuto dal mondo per servitore grato di V. S.: però se nulla si deve alle mie parole, è lo scusare la troppa confidenza con la quale mi son dichiarato ammiratore delle virtù sua.
      I Discorsi del S. Roffeni mi pervennero più giorni sono, et mi par che io dessi conto della ricevuta al P. F. Buonaventura. Veddi il luogo dove il S. Roffeni mi honora col mettermi a parte della gloria con l'antico Seleuco matematico nell'investigazione della ragione del flusso e reflusso: il che io stimo assai, per essermi incontrato con l'opinione di sì gran filosofo, che potrà arrecar credito a tal dottrina; se ben veramente io credeva d'essere stato il primo di tal concetto, non dirò di referir la causa di tale effetto al moto della terra, ma di attribuirgliela in modo che l'effetto ne possa seguire, e non in modo tale che da quello non habbia dependenza alcuna, come fa l'Origano, il Cesalpino, e forse anco l'istesso Seleuco, se si potesse vedere il modo col quale esso lo deduceva, perchè il dare alla terra un moto solo et equabile non può causare simile alterazione nel mare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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