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      Et a V. S. per fine bacio le mani e priego ogni vero bene.
     
      Di Genova, a 23 di Aprile 1632.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSig.r Gal.o Galilei.
      Aff.mo et Obbl.mo Ser.reGio. B.a Baliano.
     
     
     
      2259*.
     
      FORTUNIO LICETI a [GALILEO in Firenze].
      Padova, 29 aprile 1632.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXVIII, n.° 140. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re
     
      Ricevo, con la gentilissima sua de' 10 del cadente, l'esemplare del suo Dialogo, nuovamente publicato, nel quale io spero di vedere molte acutezze del suo peregrino intelletto et d'imparare molte sottigliezze di filosofia; et perciò le rendo molte gratie del favore, et me le professo grandemente obligato per il frutto ch'io spero di raccorre dalla lettura de' suoi concetti, che con avidità farò in queste prossime vacanze. De' contradittori ch'ella fusse per havere, ella ha ragione di non temere, perchè, se saranno autori celebri, doveranno, con essolei modestamente disputando, faticarsi per trovare la luce del vero, da tante e così dense tenebre di false opinioni coperta; se saranno di poco nome, si potrà lei gloriare di haver loro data occasione di farsi chiari col concorrer seco nel filosofare.
      Il giudicio che V. S. Ecc.ma fa delle mie compositioni, con tutto che possa essere, dall'affetto ch'ella mi porta, non totalmente sincero presso gli altri, mi è però di molto gradimento, venendo da così purgato ingegno. La ringratio infinitamente dell'avvertimento datomi dell'errore che tante volte ho commesso nelle mie Ferie(734), nel replicare così spesso barbaramente castro(735) quello che latinamente doverei haver detto vervex.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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